LA SICILIA IN VOLO
Da un paio di anni mia figlia, la grande, lavora “fuori” dalla Sicilia e quando può rientra sempre alla base, Palermo, per fare rifornimento di un mix di affetto misto al cibo. In questo periodo di tempo ha vissuto in tre regioni italiane: Trentino, Puglia e Veneto. Lì ha sempre stretto legami affettivi con i nativi dei luoghi, che sempre l’hanno accolta, alcune volte ha anche incontrato siciliani con cui nei giorni lontani dall’isola ha condiviso ricordi di cose “Buone”, buone da mangiare.
Quando lei aveva circa due anni qualche volta le facevo fare un giro per Palermo, se la passeggiata veniva fatta nelle mattinate, la prima tappa era un bar dove si andava insieme a mangiare un’arancina fritta, per lei al burro perché quella con carne alle 8 del mattino per una bimba così piccola sarebbe stata, a mio giudizio di padre palermitano, troppo difficile da digerire. Comunque è riuscita a sopravvivere alla mia alimentazione, ed oggi, sicuramente, l’educazione alimentare da me impartita le ha reso lo stomaco più forte, ….forse. A me piace pensarla così.
Sicuramente quando lei è lontana da Palermo chiacchiera con i nativi di luoghi lontani ed un argomento di discussione sicuramente è il cibo. Il fatto che lei è Siciliana “Doc” lo si capisce subito dal fatto che lei porta al collo sempre una collanina con la Sicilia, come se fosse una Griffe, un marchio di fabbrica da indossare con orgoglio, un elemento distintivo. Quando la vado a prendere in aeroporto e la vedo con quella collanina per un’istante mi emoziono sempre, sicuramente Lei come molti altri giovani Siciliani sono i migliori Ambasciatori di questa strana terra che è la Sicilia, che sicuramente ha tante tantissime “cose belle” da raccontare, come direbbe un venditore di “sfincione” con il megafono delle sua moto-ape strombazzante con la marmitta rotta, solo un palermitano potrà capire subito o un video di yuotube spiegare.
Succede, naturalmente, che dopo i lauti rifornimenti di cibo Palermitano di ogni tipo, come se non ci fosse un domani, che Lei gradisce con sommo piacere, si avvicina il giorno della partenza. (Per dovere di cronaca preciso che lei è un tipo fisicamente minuto e solitamente segue una dieta alimentare fatta da un nutrizionista, ma sistematicamente la dimentica appena scende dall’aereo, nell'attimo in cui respira l’area magica del mare di Sicilia della pista di atterraggio).Così il giorno precedente alla partenza, si cominciano a preparare i pacchetti di cibo da far entrare nelle piccole borse da viaggio che dovranno essere imbarcate negli aeromobili. Gli alimenti portati nell’ultimo viaggio sono: pesto di pomodori secchi, brioscine palermitane per nutella, caramelline sicule da torrefazione di caffè, biscotti al sesamo detti “Reginelle”. Un scorta di emergenza da portare per poter far avvenire il distacco dalla Sicilia senza traumi troppo bruschi, che Le permettere nei giorni successivi al suo rientro nel luogo di lavoro di vivere ancora attraverso il gusto il fatto di sentirsi a casa. Questo fatto però essendo condiviso con i nativi fa vedere loro, come in una recita di teatro,la nostra casa, gli fa assaporare il gusto e l’aria di Sicilia.
Succede, anche, che quando Lei chiama i nativi prima di partire e chiede loro se hanno qualche desiderio da esprimere la risposta timida è stata sempre per tutte e tre le regioni dove lei ha vissuto e vive, la stessa: Mi porti le Arancine? Magari anche un cannolo?”. Così prima di andare in aeroporto per prende il volo di rientro c’è sempre da fare un pre-check-in in un bar palermitano, contattato telefonicamente che ha preparato i pacchetti da viaggio ( il 10 +10 è la norma) all’orario stabilito.
In aeroporto,quando la lasciamo, vediamo sempre molte altre persone con gli stessi pacchi. Anche loro sono ambasciatori profumi e gusti siciliani e devo ringraziare sempre gli operatori delle compagnie che in merito alle dimensioni e peso di a questi pacchi sono molto tolleranti, sicuramente capiscono che quello non è solo cibo ma qualcosa di più:un vecchio legame con la propria terra, un nuovo legame con i nativi.
p.s.
Mia figlia mi ha raccontato che quando parte un aereo da Palermo, in modo particolare nei periodi di festa, l’odore di frittura misto a quello dei dolci è molto persistente nelle cabine del mezzo. Si potrebbe proporre a tutte gli aeromobili in partenza da Palermo di concludere, in modo ben augurale, la preparazione al decollo, dopo che ti hanno spiegato cosa potresti fare in caso di emergenza, ed ogni passeggero con il proprio credo pregato o fatto tutti gli scongiuri del mondo ,con la frase: “Con l’arancina ed il cannolo la Sicilia è in volo!” . Naturalmente, insularmente, democraticamente, da Catania si direbbe: “Con arancino ed il cannolo la Sicilia è in volo!”. Sempre volo Siculo è, …...è. (Senza che nessuno me ne voglia…., solo per i palermitani se vi va saltate. Loro capiscono.)
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