Perché il mare….è di tutti.


 

Perché il mare….è di tutti.


Ma il mare, signor Aronnax - continuò - non si limita a darmi tutto il cibo e le bevande necessarie: mi fornisce anche il vestiario. La stoffa che portate addosso è tessuta con il bisso di certi molluschi. I profumi che troverete nella vostra cabina sono fabbricati distillando piante marine. Tutto mi proviene dal mare e ad esso un giorno tutto ritornerà. - Amate molto il mare, comandante? – Certo che lo amo. Il mare è tutto. Copre i sette decimi della superficie del globo e la sua aria è pura e sana. E' l'immenso deserto dove l'uomo non è mai solo, poiché la vita pulsa tutt'intorno a lui. Il capitano Nemo si interruppe d'un colpo, forse pentito di essersi lasciato trascinare dall'entusiasmo oltre la sua abituale riservatezza. Si alzò e per qualche tempo passeggiò nervosamente, poi si calmò e la sua espressione riprese l'abituale impassibilità. - E ora, signor professore - disse volgendosi verso di me – se desiderate visitare il Nautilus, sono a vostra disposizione.”

Ventimila leghe sotto i mari. Jules Verne.





In questo scritto porterò i miei ricordi sul mare, la mia esperienza vissuta, dei flash. Ciò per mettere in evidenza che il mare è un bene di tutti gli esseri umani e che, pertanto, non può essere alienabile. Lui è stato una parte fondamentale della mia formazione fisica e mentale, non esagero, una palestra dove misurarmi con il mio corpo e la mia mente. Questo è il motivo per cui quando vado al mare faccio sempre due cose: non lascio mai rifiuti e non pago il posteggio.

Non pagare il posteggio è un modo per affermare a me stesso che non ho dovuto pagare per qualcosa che ritengo vitale (tipo l'acqua per bere o l'aria per respirare) e che, pertanto, deve essere gratuito.



Da Bambino ( 1969 - 1974)


Il primo ricordo che ho del mare mi è stato indotto da un filmato in Super8.Lo ha fatto mio padre. È stato girato a Tonnarella, una frazione del comune di Falcone (ME) . In questo filmato il protagonista ero io. Era il 1969. Indossavo un piccolo costume di cotone, mentre scrutavo il mare dalla spiaggia sassosa della località marina, con un piccolo sarago nelle mani, quello che può stare nella mani di un bimbo di due anni. Mi raccontano i miei genitori che i pescatori regalavano le loro piccole prede a me ed ai miei fratelli per gioco, sicuramente però un modo per creare un contatto con il mare. Dal mio volto si vede la grande diffidenza che portavo all’immensa quantità d’acqua. Mia madre, sempre ricordo indotto, mi raccontava sempre che ero il guardiano della spiaggia, pseudo bagnino in fasce che ancora non sa nuotare, che controllava tutti i parenti che entravano e uscivano dall’acqua. Io naturalmente allora mi tenevo a debita distanza della battigia. Io e il mare eravamo due estranei.


Con il mare il contatto si stabiliva sempre nella stagione estiva. Prima che mio padre costruisse la casa di villeggiatura, alcune volte la mia famiglia era ospite di una casa di campagna di Partinico. di una zia di mia madre. La vita delle famiglie si sviluppava su due luoghi: la campagna con tutti i suoi riti legati alla preparazione del cibo, lo stare insieme ed il mare. Andare al mare era un’impresa eroica. Mia madre capobanda con la sua fiat 500 riusciva a far entrare bambini ed adulti fino al numero di 8 persone. Era il doppio della sua capienza normale. La spiaggia di riferimento era la Ciammarita del comune di Trappeto.Lì cominciai a perdere confidenza con l’acqua. Mi aiutavano le pinne che mia madre mi comprò. Avevo circa sei, sette anni (1974). Le mie nuotate erano sicure. Erano supportate da quegli arnesi. Con mio fratello, coetaneo, cominciammo a fare le prime nuotate. Andavamo dove non si tocca. Era il limite da superare per classificarsi nuotatore esperto. Il premio che mia madre ci dava, in particolar modo nel pomeriggio per fare merenda, era quello di comprare in loco una specie di pizza a taglio, “ lo sfincione”, dalla vedova: una signora con il parrucchino che gestiva l’unico baretto della spiaggia.


Da Adolescente 14 anni ( 1981 -1985)


Negli anni a seguire, praticai per la prima volta sport nella palestra di una scuola del quartiere Santa Rosalia di Palermo:Le Medaglie d’Oro”. Lì praticai la lotta greco romana, uno sport millenario, nato con i greci, il cui scopo e quello di atterrare l’avversario facendogli poggiare le spalle a terra. Si potevano fare sole leve al corpo solo con le braccia, senza l’uso delle gambe. Gli allenamenti erano intensi e lunghi. La preparazione atletica era metà da pesista e metà da ginnasta. Lì vidi per la prima volta le persone reali, nel senso che la palestra era praticata da tutti i ragazzi di tutte le estrazioni sociali. Pur avendo un fisico asciutto,muscoloso e prestante, dopo un anno, capii che non ero adatto a questo sport, dove la filosofia della strada, dove un pizzico di cattiveria è l’unica arma vincente per salire su un materassino di lotta.

Così, cambiai sport e cominciai ad andare in piscina per migliorare il mio stile di nuoto. Lì un allenatore, avendo un bel fisico asciutto da lottatore, mi selezionò per formare una nuova squadra di pallanuoto. Fu la mia prima squadra, e furono le mie prime partite. Molti miei amici avevano il calcio come sport, dove io ero una schiappa. ( Un inciso: questo lo capii all’età di 8 anni facendo parte dalla squadra di calcio dell’Istituto Statale Maria Adelaide. L’Istituto vinse una campionato fra più scuole, mentre io stavo a guardare in panchina).

Cominciai così ad imparare a nuotare bene, ma anche tutte le tecniche di questo sport acquatico. Finalmente anche io avevo il mio sport: la pallanuoto. In quel periodo contemporaneamente riuscii a conseguire due brevetti: quello di Bagnino e quello di Istruttore di primo livello. Il fatto di essere bagnino sicuramente lo feci per dare giustificazione a quella pellicola in super8, dove io ero bagnino in erba, che ogni anno a Natale mio padre proiettava nel muro del tinello di casa per tutti i parenti. Quelli della pallanuoto sono stati forse gli anni più sereni della mia vita: sport e studio fino all’età di 18 anni.

Mio padre aveva già costruito il “ villino” di Partinico, la casa di campagna dove passare le estati. Io e mio fratello così ogni mattina con un gruppo di amici “ da spiaggia” ci incontravamo nei pressi del lido di Città del Mare, sempre alla spiaggia della Ciammarita, e con il pallone super-santos diventavamo i re della spiaggia. Il gioco era sempre lo stesso: indirizzare la palla vicino alle turiste per poi invitare a giocare con noi. Fatta amicizia la sera ci si incontrava per fare falò in spiaggia. Si cantavano canzoni accompagnate dalla chitarra e si faceva il bagno di notte nel mare. Vedere luci lontane dei porticcioli, le stelle del cielo era molto romantico…. Una trappola perfetta per le prede, che non erano pesci.

Alcune volte poi, a notte fonda, si andava a Castellamare del Golfo a fare il bagno nel fiume termale di acque calde che scorrono in aperta campagna. Lì si potevano contare tutte le stelle del creato, mentre ci si lessava in acqua. Si era costretti ad uscire per poter disperdere il forte colore accumulato.


Da adulto (1993)


Nel 1989 cominciai a lavorare per la regione Siciliana, così con i primi guadagni comprai una moto di grossa cilindrata e nell’estate del 1993 feci, con due miei fraterni amici, il giro di Sardegna. La nostra prima tappa fu un campeggio dell’isola di Palau. L'isola fa parte dell’arcipelago della Maddalena. Ricordo il vento dei luoghi ed il fatto che noi dormendo in tenda la sera dovevamo vestirci per andare a dormire per il troppo freddo, pur essendo estate. Dopo tre giorni di questa strana vita un mio amico decretò che era venuto il momento di andare in albergo, troppe scomodità, aveva sicuramente ragione. Li potemmo visitare le spiaggie più belle, da quelle della Maddalena, a quella difronte all’Isola dell’Asinara, fino alla Bombarde di Alghero. Sicuramente mare, moto e sole è un bel connubio. Questo ricordo per me lo posso considerare il passaggio all’età adulta. Viaggiare, incontrare gente, avere disponibilità economica. Scegliere cosa fare senza nessuna remora.


Età matura ( 2004)


Nel 2004, la mia vita si prese una pausa. Una malattia mi obbligò a rivedere tutti i parametri della mia vita. Ero già sposato, con due figlie, ed il fatto di sentirsi precari, pronti per un altra “vita” mi mise in crisi. Cominciai a fare cose che non avrei mai pensato di fare. Comincia a scrivere poesie ed andare a vela. Queste nuove attività mi diedero speranza. Mi permisero di superare quel periodo. Scrivere poesie mi permise analizzare ciò che mi era successo, potremmo dire che scoprii la cura nella scrittura, una forma di catarsi. Alcune volte, ancor oggi, quando mi sento ingolfato dalla vita, scrivo ancora poesie e racconti. Andare a vela mi fece conoscere un altro aspetto del mare, quello della calma e del tempo sospeso.  

Il mio spirito per mare vuole andare,
una vela per partire ho bisogno
per raggiungere il mio essere interiore,
per liberare tutte le mie energie,
per misurarmi con la grande signora
e sentirmi libero come il vento.



Tappeto 11/09/2004


Oggi ( 2025)

Per me oggi andare al mare è un modo per rilassarsi. Mi capita di andarci anche solo. Appena comincia la stagione cerco sempre di trovare un paio d’ore per prendere il sole, respirare aria buona e fare leggere nuotate. Mi piace sempre cambiare spiaggia. Tra Palermo e Partinico ho almeno 8 posti dove andare. Tutti posti bellissimi sotto casa. Tengo sempre in auto una borsetta per andare al mare. Lo faccio in qualsiasi momento, anche a metà giornata, completati gli impegni lavorativi. Questa borsetta si costituì in modo del tutto naturale, in un giorno estivo di una quindicina di anni fa. Avevo partecipato ad una riunione sindacale e mi trovavo nei pressi di Sferracavallo. Avevo troppo desiderio di fare una nuotata al mare. Sulla strada che da Palermo porta alla frazione marina, trovai un mercatino rionale dove comprai: un costume, un paio di ciabatte, e un telo mare. Non appena arrivai nei pressi degli scogli, mi spogliai in macchina, coprendomi con il telo e subito dopo feci uno dei bagni più belli della mia vita. Lo desideravo dopo una noiosissima riunione. Era un modo per disintossicarsi. Nel tempo, le dotazioni della borsetta sono aumentate. Adesso ci sono borraccia, crema solare, coltellino per sbucciare la frutta, cappellino, occhiali da sole, libro. Tengo sempre in auto anche un ombrellone. Lo monto se voglio intrattenermi per ore.

Diciamo che la stagione per noi siciliani comincia il primo Maggio e si completa fino al 30 Ottobre. Molti turisti, in particolare per i nordici Iperborei, la stagione per andare la mare a Palermo è tutto l’anno. E’ facile vedere gente che fa il bagno a mare a Mondello, località balneare della città di Palermo, anche a Gennaio, mentre noi passeggiamo con i maglioni di lana.


Penso, da isolano, da siciliano, che è quasi un dovere apprezzare il bello ed il mare che li circonda. Il nostro mare nulla ha da invidiare a quello di blasonate località turistiche di altre parti del mondo.


Mi sembra una cosa stupida viaggiare solo per visitare località marine lontane. Noi il mare lo abbiamo sotto casa e, sicuramente, nella nostra testa. Io, da isolano, quando arrivo in una città nuova, istintivamente faccio sempre il conto della distanza che mi separa dal mare. Una specie di fissazione.Forse lo vedo come la possibilità di andare in un luogo amico e rassicurante dove potermi rifugiare. Forse il mare per me è come quei pulsanti rossi di sicurezza delle macchine operatrici, da azionare in caso di emergenza.


Oggi incontrerò il mare,

il mio costumino nuovo aspetta,

l'acqua sarà panacea.

il blu il distacco,

il sale

droga dalle mie narici

…. l'estasi di galleggiare

sospesi nel mio universo naturale

che verrà a me,

solo rumori fluidi,

solo luci diffuse.


Piccoli pesci

animeranno il mio acquario,

i miei giochi da bambino.


Io li osserverò,

loro mio osserveranno,

… sicuramente capiranno.



Appendice.

            Completo questo mie pensieri con una mia poesia sul nuoto. Il nuoto è Forse uno dei modi più belli per potere apprezzare il mare e soprattutto rispettarlo. Spero che questa poesia possa trasmettere le sensazioni del nuotatore. Spero, anche, che possa esser di stimolo ad imaprare a nuotere per chi non sappia farlo. In ultimo bisogna sempre ricordarsi che per potere annegare basta un altezza d’acqua pari a 20 cm. Per questo motivo, quando si va al mare bisogna conoscere sempre i luoghi marini e i  propri limiti. Anche per il nuotaore più esperto. Bisogna sempre calcolare, in base alla nostra prestanza fisica, come rinetra a terra, sia con la burrasca, che con la calma piatta, e soprattutto fare il bagno in luoghi dove c'è sempre la possibilità di chiamare un soccorso. Quando vado al mare da solo in una spiaggia attrezzata da assistenti bagnati, " Bagnini/e", lascio sempre a loro in custodia la mia borsetta. Poi mi faccio lunghe nuotate. Sono sicuro che se quel giorno il mare non mi salverà, qualcuno lo farà per lui. ( scherzo).



Il tuffatore di Paestum


Se il nuoto volete provare
per prima cosa sarà imparare
lo stare a galla e rilassare
il corpo, la mente ed il pensare.

 
Stendete le braccia, le gambe e il busto
ed proprio questo il modo giusto
per iniziar il rudimento
di ogni primo movimento.

 
La respirazione devote studiare,
inspira ed espira da fare e rifare
fin quando l'acqua sarà diventata
l'amica più amata e ricercata.

 
Sommate allora in tutti gli stili
rana, delfino o farfalla che sia
uno alla volta i movimenti
perfetti e senza stenti
fin quando assieme saran diventati
armonica sequenza di una frequenza.


Scoprite or dunque gli attriti nascosti:
gli schizzi d'acqua e gli arti mal posti
in modo tale da vincer con grazia
l'elemento che in ogni dove spazia.


Sentite nel cuore un ritmo pop
che via accompagni per sempre al top
di ogni prestazione che state eseguendo
di ogni movimento che state vivendo
e il corpo allora sentirete andare in risonanza
come un diapason che vibra in una vuota stanza.

 
In ultimo ancora vi voglio svelare
che questo sport è come suonare
e quindi voi tutti non dovete imitare
ma ricercare per poi trovare
il vostro unico modo di nuotare.


 Secondo livello


Per chi ha imparato tutto questo
per migliorare anche il resto
deve sapere cos'è un'accelerazione:
è sentire una forte emozione,
una bella progressione
che con dolcezza, grinta e destrezza
porterà il vostro nuotare,
già lo si sa,
ad alte velocità.

 
Se poi volete ancora imparare,
nel tuo nuotare ci deve anche stare
il proiettare con la mente
l'attenzione avanti a se
e il vostro equilibrio e baricentro
nell'addome, dentro di te.  



p.s.

Questa mia poesia è stata scritta per insegnare il nuoto a tutti ed in particolare ai bambini. Tutto parte dal rudimento del nuoto, il galleggiare in acqua distendendosi a formare una linea, a cui si dovranno sommare tutti i movimenti in una armonica sequenza che si ripete in frequenza. Il nuoto in uno spazio confinato come la piscina per forza di cose prevede sempre una ripartenza dal bordo vasca e questo comporta che il modo di nuotare prevede degli stop e ripartenze. Per potere nuotare pertanto si è costretti a variare la velocità del proprio nuoto e ciò equivale ad accelerazioni e decelerazioni. Questo comporta variazioni di ritmo nei movimenti sommati alle respirazioni. Le frequenze di ritmo io le misuro misurano in bracciate e respirazione: 2 bracciate 1 respirazione, 4 bracciate 1 respirazione…..10 bracciate una respirazione. Buon nuoto.



Commenti

  1. Sono convinta che nel tuo DNA hai delle vene artistico-letterali molto spiccate, riesci a parlare di certe problematiche con semplicità e naturalezza delle piaghe che affliggono la nostra mamma-città che ci ha accolto ed allevato con amore sin dalla nascita regalandoci delle armi giuste per ottenere una bella PALERMO pulita .. si sa che molti vivono trascinandosi le loro carcasse decrepite e non vogliono far niente perchè sono assaliti da puro egoismo e menefreghismo. Questa fascia di palermitani non sa cosa vuol dire amare, tende a vivere distruggendo ogni cosa che li circonda ! Ti considero un vero scrittore-artista, un genio della nuova letteratura perchè a scrivere qualche frase siamo tutti bravi, ma a far si che le parole scatenino buoni ed efficaci pensieri e buone azioni è difficile ! Mi congratulo con te per il tuo modo di essere e di fare e ti consiglio di cominciare a pensare di scrivere un libro .. sarebbe per noi interessante leggerti, non sentirti mai un extraterrestre ma un pensatore profondo e un nuovo genio della vera letteratura !

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