Alcune poesie






La poesia è come un amore segreto:
vive sempre,
in un istante vola,
lascia un segno indelebile,
che può diventare un ricordo
dal quale si può anche fuggire,
ma dove è sempre
piacevole tornare.

Alcune volte….
Alcune volte succede
che riflessioni e parole si poggiano
sopra la spiaggia
come scritte ai margini della battigia,
che spostandosi continuamente
sull'infrangere delle onde
riordinano pensieri e ricordi.

Alcune volte la bellezza
si manifesta in un paesaggio
che si trasforma in un sorriso
che muta in continuazione
in un infinito dare
e rimandare amore.
Lì anima allora rimane sospesa,
tutto il tempo creato
non basta per capire,
ci si può solo abbandonare.

Alcune volte:
dopo la guerra
il perdono,
dopo l'odio
l'amore più grande,
dopo una vita
vita nuova.


Oggi una musica lieve
sul mattino,
dal sofà osservo il mondo,
fuori vorticosamente
tutto gira
e lui è sempre pronto,
aspetta.

È dolce lasciarsi
galleggiare sui ricordi,
costruire ciò che
desideriamo,
immaginare carezze.

Ormai un respiro lento
sorregge aquiloni senza fili
nell'immensità dell'azzurro
e fa in modo da non farli
cadere mai.

Oggi …… passo, resto a casa.

Speranza
Come nuvole passeggere,
boe galleggiare,
uccellini che si inseguono in volo,
ruote blu di pavoni,
ora verdi, giallo oro,
respirano i pensieri
già foglie scarlatte,
nel loro continuo mutare,
roteare,
senza mai poggiare.

Mutano i tempi,
il modo di sentire,
di respirare la vita stessa,
che scorre distaccata
da qualsiasi logica umana.

Ogni uomo, donna,
ogni essere vivente,
nel suo continuo divenire
quale filo insegue?

Quale intreccio lega
tutti a tutto
in un'unica fune?

Chi conduce e guida nel labirinto,
creato istante per istante,
dove luce e abissi
si alternano
in un continuo lanciare di dadi?

Agli occhi della speranza
ogni essere vivente
si affida in un credo.

Ai suoi occhi,
inventati da un Dio
capriccioso,
forse misericordioso,
ci ancoriamo
per traghettare tutti i sogni,
che sono già ricostruzione,
progetti di utopia necessari.

Un essere attraente
radioso, meraviglioso
nel buon luogo, non luogo
che verrà
già ti aspetta,
ci aspetta,
aspetta tutti.

Nel giorno della festa
nessuno è più solo
uno sciame informe
di mille anonimi
senza apparente meta,
attirato da mille odori,
si incontra, si osserva si scruta.

Locali come mille porti
dove ormeggiare le fatiche
e dimenticare tensioni, dolori;
ogni angolo un ristoro improvvisato
una taverna

dove nessuno guarda.

Lenti balli serali
invitano poi
a frenetici incontri,
nessuna maschera
è più possibile,
solo desideri nitidi
appaiono sui visi di due sconosciuti
ubriachi di vita,
abbracciati ,
in un amplesso di baci consumati
contro un muro
perché la vita è ora,
                                         subito
domani chissà!

L’amore immaginato
le mani che si sfiorano
che indagano leggere sui visi
 che modellano sogni,
mentre baci sfiorati
su  corpi vicinissimi
non toccano
                       mai.
 
Due lancette si fermano,
non si avvertono  più le presenze
le voci , i canti, i rumori :
 è  il  tempo  dell’amore
che non ha tempo.
 
Energia potenziale
di due armature ormai  sature,
due guerrieri  eccitati all’inverosimile
pronti  ad annullarsi
nella scarica di un fulmine,
annichilendosi  nell’attimo
della vita.

Ogni libro ha le sue parole
sospese,
altre ferme,
aperture e chiusure,
visioni nuove e antiche
allo stesso tempo,
uniche magie.
Loro possono essere masticate,
acquisite, digerite,
fermentate e trasformate
per poi essere
sotto nuova forma
restituite ………..
…….ogni lettore affascinato,
nutrito di nuovo,
non deve essere geloso
del letto, appena amato,
non deve riporlo sul ripiano,
ma, subito, …. donare,
metterlo in un'altra mano
per altri saziare.

si scioglie la neve
caldo il sangue
scorre il rigagnolo
il torrente
il fiume

fili d'erba nel vento
le terra si increspa
mentre germogli
fra nudi rami
mirano verso il cielo
a frantumare i grigi

ogni essere
ogni forma di vita
istintivamente sa
canta il suo amore

l'arcobaleno colora
una sconosciuta
vestita di fiori


Ho incontrato un poeta
Ho incontrato un poeta,
ma non lo sapevo,
era uno strano, un po' strambo,
uno che non provava vergogna:
a dire ti amo,
mi piace la vita,
non ci credo,
è così...
penso a modo mio,
accetto gli altri.

Poi mi sono avvicinato
e ancora non sapevo chi era,
l'ho ascoltato,
ne sono rimasto affascinato,
lui raccontava del dolore,
della morte incontrata sul cammino,
del significato che ogni giorno dava alla vita.

Ma poi tutto fini dopo il lampo,
non volli più parlare con lui,
per paura di essere,
per paura che qualcuno
potesse giudicare.

Non scoprirò mai il mio poeta.


Apparenze
Inerme e spoglio
l'albero solitario d'inverno
macchia il paesaggio
della sua ombra,
così i cieli tiepidi tristi
trasmettono sfondi lontani e inanimati.

Non viene catturato
il vento attraverso i rami trasparenti
né il suo canto si ode,
solo flebili fronde lamentano.

I passeri non cantano al mattino,
né le rane nel loro conversare,
anche i grilli hanno smesso
e le cicale sotto la terra a marcire,
solo i vermi a gioire.

Dove in apparenza tutto muore,
in morte altrui linfa nuova rinasce.


Perdersi
Perdersi nel buio universo,
assorbire asteroidi senza soffrire,
non bruciare
dentro una pace apatica
piena di silenzi isterici.

Continuare nel viaggio
senza un perché,
senza partenza e meta,
in completa assenza...
così anche di te.... dimentico.
Non so più come mi chiamo
per non sentir, dentro, ti amo.


Svista d’amore.
Fu un amore a prima vista
durato il tempo di una svista,
due e-mail furon scambiate
per non esser più dimenticate.

La vita li colse di sorpresa
dando lor diversa ascesa,
vietando lor ogni contatto,
ma il legame forte rimase intatto.

Gli anni passaron veloci
e i loro scritti furon voci,
lanciati da coltelli dritti al cuore:
il rinfuocar eterno... il loro amore.

Nel silenzio di una panchina
il mar di notte a lui avvicina
di lei l’immagine, gli occhi, il sorriso:
il respirar... ormai del suo viso.

Mentre lei, sull’autobus di mattina,
vede da lontano una vetrina
e nel riflesso di un manichino
scorge un sorriso a lei vicino.


Non ricordo di aver mai chiuso gli occhi
Toccai l'erba fra le dita
e sdraiato su di essa
guardai il cielo
e già sentivo di galleggiare
in un tempo azzurro
di tranquillità eterna.

Una brezza marina soffiava,
mi sfiorava delicatamente
e sul viso mi accarezzava
sussurrandomi parole nuove come:
distacco,
felicità,
consapevolezza,
mentre tristi ricordi riaffioravano
proiettandosi di fronte
senza provocare dolore,
per poi svanire.

Ormai non sapevo:
chi fossi,
perché fossi lì,
perché....

L'umano che era in me
si distaccò,
si trasformò,
assumendo un'altra forma,
una forma comune e semplice
tornando all'universo,
alle cose così com'erano
e vide le cose viste dalle cose stesse.

In quell'attimo un sorriso
dal mio viso spicco un volo sul mondo
abbracciandolo per intero
cancellando il mistero.

Poi il sogno svanì,
di esso rimase solo una traccia
che potei vedere per un istante al risveglio,
eppure questa minuscola frazione,
quasi impercettibile
mi diede coscienza e speranza
di un mondo nuovo, diverso, plurale
non più dell'umano razionale.

Non saprò mai se realmente era stato un sogno:
non ricordo di aver mai chiuso gli occhi.


Divorzio
Oggi mi sono alzato male,
la luna mi ha guardato storto,
e mia moglie
appena aperto gli occhi,
invece di darmi un bacetto,
Mi ha detto:
Ancora a letto!

I tuoni si sentivano nell’aria,
la bufera avanzare,
la testa dolorante
ed io pronto ad esplodere
più forte di un vulcano,
pronto a buttare lapilli e lava
a distruggere ogni cosa
ed anche la mia sposa.

Ho detto, ancora a letto!
Con tono minaccioso
e sguardo un po’ ombroso,
il ringhio di una cagna
di questa mia compagna.
Per poco mi sparava,
fulmini e saette
con sguardi assassini
e occhi sibillini

Il limite è raggiunto,
il fiume è ormai in piena
i giochi son iniziati
e già siamo afferrati.
E partono i ceffoni,
e volano gli insulti,
e pure gli spintoni,
mentre vicinato assiste
e tifa per il marito,
ma senza metter dito.

La lite è furibonda,
il tifo è alle stelle
e volano padelle
da ufo roteanti
e piatti più pesanti.

Stanchi ormai sfiniti,
la sera è alle porte,
il sole è tramontato
e tutto è già mutato.
Il campo è minato,
il solchi son scavati
e poi le barricate:
letti alzati e tavolini,
le storie vecchie da cretini.

Chiamate i rinforzi!
Le mamme corazzate,
e nonne incazzate,
completano la battaglia,
supportano i contendenti
mostrando pure i denti,
sbraitando a più non posso,
ma non mollando l’osso.

Chiamate gli avvocati
e poi la Sacra Rota,
sciogliamo presto lo sposalizio,
andiamo in tribunale,
a farci ancora più male,
togliamoci in fardello
di questo gran bordello.   

Pierluigi
Come un geco
era rimasto lì
ad aspettare una vita
che l’amore passasse vicino,
lui non sapeva correre per cacciare,
solo aspettare.

Era triste,
era stanco di stare,
ogni speranza aveva perduto,
la giovinezza era passata
e la malinconia era arrivata.

Ma un giorno,
quella mosca bianca si poso,
lo tocco con indifferenza
e fu subito un colpo di lingua.  

Autunno
Foglie ingiallite
in prospettive di rossi intensi
trasformati in scuri immensi,
come fragili vite
pronte a cadere
su se stesse,
recise di netto
nell'attimo certo
di un futuro presente,
imminente,
bagnate dalla pioggia
di un sogno infranto
di eterna giovinezza.

Un angelo caduto in piscina.
(piscina comunale di Palermo 03/10/2005)

Un angelo caduto in piscina,
lo sguardo di una bambina,
il corpo nudo sotto un velo
e un nuoto lento, preciso e fatto con zelo,
in mezzo a sirene e tritoni vigorosi,
con movimenti e ritmi sfreccianti,
vertiginosi.
A dorso il corpo volava
e lì leggero, al centrovasca stava,
…..dissonanza di movimenti ad esaltare
quello strano corpo galleggiare,
mentre tutti attoniti ad osservare
Concetta armoniosa nel suo fare,
con slip e maglietta bianca,
che tutto lasciavano intravedere
i fianchi, il petto minuto e pure il sedere,
perché la bella aveva dimenticato
il costume sotto un fiume
di pensieri fastidiosi , assillanti e martellanti,
di una vita giornaliera
fumosa, densa come gas di ciminiera,
ma al bagno non aveva rinunciato,
il piacere non si era negato,
così uno spettacolo inaspettato era iniziato,
per la gioia degli occhi presenti,
ed il rammarico di quelli assenti,
venuti a sapere del fatto accaduto
e di cui non avevano goduto.
- Da un fatto vero. Concetta è un nome di fantasia non so chi Lei sia.-

Primo giorno.
Sera prima delle elementari,
notte insonne,
l’ansia che si respira,
eppure è tutto pronto:
la cartella, la voglia di iniziare,
il desiderio di crescere e sognare.
Chissà come sarà domani,
la mia nuova classe,
l’insegnante,
la mia compagna preferita,
speriamo che sia la mia migliore amica!
La notte è lunga
non riesco a stare,
è il mio cuscino
che non mi fa riposare.
Poi tutto si rasserena,
la mamma accarezza,
la mano nel silenzio ristora,
il messaggio arriva chiaro nel silenzio,
sfiora la mia mente
e lì cade:
“non ti preoccupare
ogni cosa accadrà,
non l’aspettare,
al suo tempo,
senza pensare,
lasciala entrare.
Tu saprai cosa fare”.
È gia mattino,
la luce alla finestra,
inizia la festa.
“Oggi un fiore porterò
alla maestra!”
- 14 settembre 2005, dedicata a Federica ed a tutti i bambini al primo giorno delle elementari.-

Scrivere
Scrivere l’immaginato,
rimandare a se stessi
ciò che è passato
e non voluto,
solo avuto
dell’evento,
dall’emozione,
dal caos a caso.
Come un cambiamento,
un modo nuovo di oscillare,
spostarsi su più frequenze,
ascoltare la radio,
l’etere dello spazio vuoto
che in un'altra dimensione,
ricolmo di nuovi intrecci,
inaspettati,
son pronti ad esplodere da stelle.

Tre poesie e lo stesso tramonto.

prima
Osservare il sole tramontare,
scendere giù per scomparire nel mare,
dipingere il cielo di rossi intensi,
di grigi immensi,
che preparano il finale
e l’inizio di un buio surreale,
magico,
mentre un barchetta lascia la scia
e rumori di motori scoppiettanti
rimbombano nei silenzi
ridisegnano gli spazi immensi
e così Venere prima finta stella
si affaccia nella volta
dando l’inizio della svolta,
la luce e il vento tendono a scemare,
la vita, per la felicità, tende a rallentare
per imbrigliare quell’attimo.

seconda
Osservare il sole tramontare,
scendere giù per scomparire nel mare,
dipingere il cielo di rossi intensi,
di grigi immensi,
che preparano il finale
e l’inizio di un buio surreale,
magico,
mentre un barchetta lascia la scia
e rumori di motori scoppiettanti
rimbombano nei silenzi
ridisegnano gli spazi immensi
e così Venere prima finta stella
si affaccia nella volta,
viene invocata per la sua bellezza
da un vecchio porco
per abbagliare la giovincella
portata a cena nel ristorantino,
nel localino affacciato allo spettacolo,
alla rappresentazione grandiosa,
ed offre languidamente alla sua bella una rosa

terza
Osservare il sole tramontare,
scendere giù per scomparire nel mare,
dipingere il cielo di rossi intensi,
di grigi immensi,
che preparano il finale
e l’inizio di un buio surreale,
magico,
mentre un barchetta lascia la scia
e rumori di motori scoppiettanti
rimbombano nei silenzi
ridisegnano gli spazi immensi
e così Venere prima finta stella
si affaccia nella volta
dando l’inizio della svolta.
Allora tutto si quieta
dentro e fuori di me,
la mente si rasserena,
anch’io faccio parte della scena.

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