2) Palermo vs Palermo - I palermitani – punto debole.


Definire, classificare e giudicare i palermitani di oggi non è una cosa semplice. Una classificazione che si potrebbe fare è quella legata al reddito: i ricchi, la classe media, il popolino.

In questi ultimi anni a causa della crisi economica molti che appartenevano alla classe media sono transitati nel popolino, la mancanza di lavoro specialmente per i giovani laureati e non solo, anche per molti quarantenni, ha di fatto aumentato il numero delle persone che a fine mese riesce a mala pena a sbarcare il lunario. Una dimostrazione pratica di questa affermazione potrebbe essere fatta con gli esercizi commerciali che in questi ultimi anni hanno chiuso, per cui quelli che una volta si rivolgevano alla classe media sono scomparsi, sono aumentati quelli rivolti al popolino e sono rimasti costanti quelli rivolti ai ricchi, dove comprare una borsa può costare anche 2000 euro.
Questa analisi socio-economica semplificata vuole mettere in evidenza che Palermo è una città che oggi offre poco lavoro e che di conseguenza molti si devono inventare un’attività per potere vivere, grazie al clima che permette di stare all’aria aperta in qualsiasi stagione dell’anno, molti si inventano commercianti, perché sembra che questo dia l’autorizzazione all’apertura dell’attività di ambulante
Basta avere una macchina e posizionarsi al primo  angolo di strada ed il gioco è fatto. Il  ragionamento che fa chi si inventa commerciante è: “io non ho lavoro, non  posso guadagnare, allora o faccio qualcosa per sopravvivere o vado a rubare”. Mentre il ragionamento che fanno quelli che lavorano ufficialmente, compreso Sindaco e vigili urbani, è : “ se i disoccupati  che non riescono a trovare lavoro e non fanno qualcosa per sopravvivere,  devono necessariamente andare a rubare,.. meglio tollerare”.  Fare qualcosa si traduce in: fare il posteggiatore abusivo, vendere frutta e verdura in qualsiasi angolo di strada di  Palermo, diventare rigattiere in alcune piazze, vendere i materiali provenienti dalla Cina o India, (questa specialità è solo degli extracomunitari, compresa quella di lavavetri).
La conseguenza di questo estremo tollerare si chiama Anarchia. Gli ambulanti abusivi così diventano i proprietari delle strade più belle della città invadendole ma nessuno vede niente. Le vie più colpite sono: via Ruggero settimo, via Cavour, Mondello, tutti gli incroci stradali della città. Il modello anarchia a Palermo, secondo me, non è nato ora, ma viene da una tradizione consolidata.
Possiamo affermare, con tranquillità, che  tutti i conquistatori della Sicilia e quindi anche di Palermo hanno sempre cercato di sfruttare se non rubare le ricchezze dell’isola a discapito dei siciliani.
Anche dopo lo sbarco dei mille dei Garibaldini  i Piemontesi liberatori e fautori dell’unità d’Italia, furono artefici di massacri contro la popolazione che si ribellava all’aumento delle tasse, famose le stragi di Randazzo e di Marsala.


Si può dire che i siciliani e i Palermitani, ogni volta che il reggente straniero si faceva troppo avido,  si accordavano con i nuovi conquistatori per  liberarsi dei primi. Così il potere centrale nei secoli non è mai stato visto come amico e tenutario dell’ordine del funzionamento della città, ma bensì come un potere da tollerare purché si venisse tollerati.
Molti  Palermitani ancora oggi non si identificano con la città ma bensì con alcuni quartieri storici, così alla domanda di dove sei rispondono: ra Baddarò, ra Ausa e così via. Il fatto di appartenere ad un quartiere ma soprattutto ad una congregazione religiosa, storicamente,  di fatto equivaleva ad essere iscritto ad una specie di cassa mutua, che garantiva la sopravvivenza in caso di malattie o eventi catastrofici, sostanzialmente , il palermitano secondo me è anarchico per motivi storici e perché non gli è stato mai  insegnato che tutta la città è anche sua e che  per questo motivo  deve essere rispettata, curata ed amata.
Le conseguenze di questo, alcune volte sono a dir poco catastrofiche, per esempio : posteggiare in doppia o tripla fila con l’auto per potere andare al bar, sporcare la città gettando ogni cosa a terra, utilizzare il marciapiede sotto casa quale discarica per i mobili o elettrodomestici rotti, quasi a voler fare una mostre estemporanea di quello che si è posseduto per farlo vedere a tutti, non importa se poi qualcuno incendierà ogni cosa o se altri presi dall’invidia vorranno pure loro contribuire con i loro vecchi mobili per completare la mostra, quasi una biennale a più autori, la cui esposizione ha durata pluriennale. Un esempio è la discarica che viene allestita in corso Pisani molto probabilmente dagli abitanti di corso Pisani.
Con questo nessuno deve pensare mai che il Palermitano sia sporco, provate ad entrare in una casa di qualsiasi ceto sociale, la padrona di casa appena  vi vede entrare involontariamente ti punta le scarpe, non perché siano belle o brutte, ma perché pretende che tu metta le pattine per non rovinare la cera appena passata al pavimento, oppure spesso mi è capitato di ascoltare il racconto di alcune madri di famiglia che passano tutto il giorno a pulire ciò che già avevano pulito il giorno precedente, una vera malattia dell’igiene.
L’unica cosa che non funziona è che quelle stesse persone che rendono la propria casa con un livello di pulizia da sala operatoria, sono le stesse che poi si rendono artefici di atti di vandalismo tollerato di vere zozzerie. Veri esempi da dicotomia comportamentale da psicanalisi.
Questo è il motivo per cui tutti i cassonetti della città per la raccolta indifferenziata hanno i coperchi divelti o rotti, ed è facile spiegare l’arcano, è quasi certo che il 99 % dei palermitani provano ribrezzo per tutto ciò che non è pulito, anche per il pedale che si aziona per aprire i cassonetti dei rifiuti per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, così quando devono recapitare il proprio sacchetto dell’immondizia, se non trovano il coperchio aperto, si sentono autorizzati a lasciarlo vicino, per terra fuori dal cassonetto.
In questo modo gli altri che verranno dopo faranno lo stesso e nel tempo di una giornata tutta la spazzatura di un isolato sarà sparpagliata per strada. I netturbini, conoscendo benissimo i palermitani, quando ricevono un cassonetto nuovo, la prima cosa che fanno è quella di rompere il meccanismo per lasciarlo sempre a aperto, oppure, nella migliore delle ipotesi, bloccare l’apertura del cassonetto con un pezzo di legno. L’ho constatato con i miei occhi, ed in questo modo il palermitano schizzinoso che non osa toccare nulla, può facilmente buttare dentro il cassonetto della spazzatura il proprio sacchettino, inoltre, i netturbini  evitano di dover lavorare il doppio per poter rimuovere la spazzatura sparpagliata per strada. 
Il risultato di tutto questo è veramente pietoso, un offesa alla vista, un vero esempio di ciò che non si dovrebbe mai fare, eppure a  Palermo questo succede ogni giorno; fra le  conseguenze vi è il fatto  che da alcuni decenni i gabbiani reali del porto di Palermo, uccelli marini, vivono alimentandosi con i rifiuti della città , un vero ristorante a cielo aperto, naturalmente anche per topi, gatti e cani  randagi.
                Altra caratteristica del Palermitano è il suo modo di guidare, ma soprattutto quello di posteggiare. Palermo è una delle città con il più grande  traffico automobilistico mondiale, pur avendo 800.000 abitanti,  un vera eccellenza planetaria. Il palermitano sostanzialmente, un attimo dopo aver ricevuto la patente, viene colpito da sindrome di onnipotenza da parcheggio, per cui posteggiare in doppia o tripla fila per lui è una cosa normalissima, e quando qualcuno si lamenta perché ostacolato dal mezzo  in sosta le risposta è: “ma perché non mi ha visto? Mi sono allontanato un attimo, ero andato in farmacia per un’urgenza”. Così la vittima diventa un carnefice, ed il maleducato va via nella totale indifferenza. 
Il vero palermitano verace non è cattivo, è semplicemente senza alcuna educazione morale, civica e  familiare, e poi molti, come ho detto prima, soffrono di un egocentrismo esasperato, vi racconto cosa ha fatto il proprietario del panificio dove ogni giorno compro il pane del mio quartiere, che con il nuovo anno (2014) ha voluto cambiare l’arredo del suo negozio e contemporaneamente ha amentato il prezzo del pane a seconda della grandezza, di 10 e 5 centesimi al pezzo, per ripagare le ristrutturazioni.
I primi giorni i clienti pagando, non essendo stato messo alcun tipo di avviso né un listino prezzi esposto, si lamentavano  dell’inesattezza del resto che lo stesso proprietario restituiva, e questi si lamentava a sua volta con gli avventori del fatto che il resto fosse giusto e della mancanza di fiducia nei suoi riguardi, quasi un offesa personale.
Un giorno feci notare al proprietario che era necessario apporre il listino prezzi per fugare ogni dubbio o discussione,  ma lui mi rispose che con il listino si sarebbe sporcato il muro, ma la cosa pazzesca è che lo stesso proprietario si rifiuta di ricevere per pagamento le monete al disotto di 10 centesimi, rifiutando le monete da 1,2 e 5 centesimi, pur vendendo i panini del valore di  35 centesimi e bocconcini al prezzo di 17, 5 centesimi, dicendo a tutti che lui quel tipo di moneta non la tratta e restituendo a tutti il resto approssimato per eccesso  inferiore a 10 centesimi, rimettendoci di tasca. Più anarchici di così si muore.
conclusioni
Di queste storie vere se ne potrebbero raccontare moltissime, ma tutte hanno un denominatore comune, il fatto che le regole a Palermo ognuno se li fa come vuole a discapito di qualsiasi convivenza civile.
Un mio amico sostiene che per evitare questo tipo di problemi, per certi buoni Palermitani, una minoranza è necessario o fare un biglietto di solo andata per un paese più civile. L’alternativa è che bisogna fare in modo che i Palermitani maleducati ed anarchici non possano più riprodursi in modo da non tramandare questa maleducazione.
Io penso che c’è un terza via il ricondizionamento all'educazione e alla  convivenza civile, penso che sia del tutto inutile multare un palermitano per la sosta della propria auto in doppia fila con una sanzione pecuniaria, sicuramente farebbe più effetto un corso di 2 giorni su come si utilizza la macchina e di  come si posteggia, pagato dallo stesso autista che ha commesso l’infrazione, o in alternativa il sequestro del mezzo e della patente. 
Mi piacerebbe per alcuni  recidivi incalliti un trattamento tipo quello fatto al protagonista del film  Arancia Meccanica, che per essere rieducato non viene mandato in carcere ma  viene in  parte condizionato con la tortura, però penso proprio che non si possa fare.
Diciamo che il popolo palermitano ha bisogno di essere educato con durezza, e bisognerebbe aumentare le ore di educazione civica in tutte le scuole di ogni ordine e grado compreso le università, ma non solo, fare educazione civica anche in tutti gli uffici, esercizi e luoghi pubblici.
Nei luoghi pubblici, inoltre, dovrebbero essere affisse delle regole comportamentali del vivere civile del tipo: non gridare potresti spaventare il tuo vicino, rispetta la fila, non sporcare, lascia il bagno come lo vorresti trovare, disattiva la suoneria del  telefonino ( in chiesa, al cinema, nei teatri), non calpestare il prato, raccogli gli escrementi del tuo cane, non calpestare i prati, attraversa la strada sulle strisce pedonali, non parcheggiare in doppia fila, non posteggiare sulle piste ciclabili, dopo aver fatto il picnic lascia tutto pulito, non abbandonare rifiuti in spiaggia, non spolverare i tappeti dal balcone sulla biancheria stesa del vicino etc….. ed in ultimo si dovrebbe fare una campagna pubblicitaria per far capire che Palermo appartiene ai palermitani a cominciare dal marciapiede sotto casa e che la bellezza e l’ordine hanno un valore economico e  migliorando la qualità della vita.



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